11 Dicembre 2020

Presentazione

Anzi, ad essere precisi il “Premiato Panificio F.lli Infame ed eredi” e i due fratelli Infame rispondono ai nomi di Remo e Romolo Infame, perchè il papà, Augusto Infame che avviò il panificio nel lontano 1966 era, come si diceva un tempo, un “fornaraccio” e come lui stesso amava sottolineare, pure “romano de Roma”, da qui è facile capire il perchè di quei due nomi così “importanti”.
Magari vi state chiedendo: «e gli eredi chi sarebbero?»
Beh non è che Remo e Romolo abbiano tutta ‘sta prole desiderosa di calcare le orme paterne e nonnerne, ma Remo che è il maggiore decise di aggiungere quel “ed eredi” nella ragione sociale perchè, secondo lui, faceva tanto forno “de ‘na vorta”. Eh lo so, ho capito che state pensando… ma che volete farci? I fornari so’ gente semplice…
Il laboratorio è ovviamente in Roma: Garbatella, Trastevere, Centocelle… non ha molta importanza. Il loro è un forno di quartiere, come ce ne sono tanti nella città eterna: a chi non è capitato di intravederne uno coi fornai vestiti di bianco e la porta del laboratorio socchiusa sulla strada, in cerca di un alito di aria fresca?
Remo, come già detto, è il più grande: diversamente alto (come dice il fratello), diversamente magro (come dice la moglie), c’ha due mani che sembrano quattro (come dice Cesaretto, il garzone del forno) mentre Romolo è, come lo definisce Remo, un “pennellone studiato”: alto, fisico asciutto, movimenti vagamente dinoccolati, è quello dei due che ha avuto la possibilità di studiare, mentre Remo al contrario è entrato “a bottega” molto giovane e ha fatto solo le scuole di panificazione ………. che esistevano all’epoca (oggi purtroppo non ce ne sono più).
I due sono agli antipodi non solo per aspetto fisico e carattere (spartano e sanguigno Remo, pacato e riflessivo Romolo), ma anche per tutto il resto: Remo è uno specialista di pani casarecci di grande pezzatura, invece Romolo dà il meglio di sè con i pani lavorati: panini al latte, ciabattine ai cereali, cirioline al mais. Remo è sposato con la signora Flora (che sta alla cassa del negozio), mentre Romolo convive, Remo adora i film di Terence Hill e Bud Spencer, Romolo quelli di Mario Monicelli e Paul Anderson… e se per caso ve lo state chiedendo, cari signori che leggete… Remo è dichiaratamente, esplicitamente, fieramente di chiara fede lupacchiotta, mentre Romolo è confessatamente, palesemente, orgogliosamente di aperto credo aquilotto.
Ve lo cominciate ad immaginare che aria si respira nel Panificio Infame?
Ma oltre a Remo e Romolo nel panificio ci sono anche:
Camillo, Khaled e Kamal: fornai, rispettivamente italiano, egiziano e pakistano. L’integrazione nei forni di Roma è cosa già acquisita da anni e spesso e volentieri le discussioni sull’ultimo governo sono state sostituite da quelle sulla durata del Ramadam… mentre si tagliano ciriole e si sfornano rosette, ovviamente.
Cesaretto: è il garzone di bottega ma non pensate alla figura romantica di Ninetto Davoli ai tempi di “sfornescion”… la bicicletta col cesto è stata ormai da anni sostituita da un furgone elettrico, Cesaretto inoltre è calvo, miope e non è propriamente quel che si suol definire un’aquila.
Completano questo “dream team” del farinaceo la sòra Flora che sta alla cassa del negozio e Domitilla, commessa digitale: al banco serve i clienti e nel retrobottega governa in estrema scioltezza ogni tipo di messaggistica che mente umana abbia concepito… praticamente è la figlia segreta di Steve Jobs.
Saranno loro a raccontarvi le storie di ordinaria follia che capitano nei forni romani.